Monday, May 11, 2009

ITZHAK PERLMAN, VIOLINISTA: RARO TALENTO, CHARM E UMANITÀ, GIOIA DI FARE MUSICA.

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di Ettore Mosciàno




Itzhak Perlman





Maestro tra i primi a livello mondiale, anche direttore d’orchestra e fondatore, nel 1995, della Scuola di musica “Perlman Music Program”, a Shelter Island (New York).

Nato a Tel Aviv nel 1945, all’età di quattro anni è stato colpito dalla poliomelite. Usa le crucce ed uno scooter per muoversi. Suona il violino stando seduto. Si appassionò al violino ascoltando un brano di musica classica alla radio.

Ha studiato all’Accademia di Musica di Tel Aviv e poi è andato negli Stati Uniti per studiare alla “Juilliard School”, avendo come maestri Ivan Galamian e la sua assistente Dorothy Delay.
Ha avuto il suo debutto alla Carnegie Hall nel 1963 suonando un pezzo di Wienawski in Fa diesis minore. Nel 1964 ha vinto il prestigioso Leventritt Competition. Successivamente inizia a fare tournée molto lunghe.

Ha suonato con i più grandi direttori e musicisti del mondo: John Williams,
Daniel Barenboim e la English Chamber Orchestra, Zubin Metha e la New York Philharmonic Orchestra, Seji Ozawa e la Boston Symhony Orchestra, Lawrence Foster e la Royal Philharmonic Orchestra, André Previn e la Houston Symphony Orchestra, con James Levine direttore e maestro al Metropolitan di New York, con Jurij Temirkanov direttore russo della Filarmonica di Leningrado e dell’orchestra del Teatro Kirov.


Itzhak Perlman



Concerti e registrazioni in compagnia di altri famosi strumentisti, spesso con
il pianista Vladimir Ashkenazy, con Samuel Sanders (pianista), Bruno Canino (pianista), Lynn Harrell, Pinchas Zukerman (violinista), il violoncellista Yo-Yo Ma, la soprano statunitense Jessye Norman, e molti altri.

Dopo il debutto alla Carnegie Hall di New York, nel 1963, in Europa si diffuse ben presto la notizia di un’era nuova e straordinaria per il suono del violino. Perlman aveva appena compiuto18 anni ed il suo virtuosismo ed il rigore degli studi musicali, l’eccezionale interprete e il suo talento, erano senza eguali nel secolo.

Più tardi il giovane violinista ha ampiamente dimostrato di essere un monarca musicale per le sue rare qualità, senza mai assumere caratteristiche di stravolgimento, ma pacificamente e con grande naturalezza e spontaneità, sempre ricevendo espressioni entusiastiche da parte del pubblico, sia per le sue performances artistiche sia per la simpatia personale.

In aggiunta ad una carriera ampia di registrazioni, è stato più volte ospite nella televisione americana.
Come insegnante, dal 1975 ha avuto un incarico al Conservatorio di Musica del Brooklyn College. Nel 2003 è stato nominato alla Cattedra della Fondazione Dorothy Richard Starling per gli studi di violino nella Juilliard School, succedendo alla sua insegnante Dorothy Delay.

Pur non avendo una qualifica come cantante lirico, nel 1981 ebbe un ruolo di “Carceriere” nella registrazione per la EMI nella “Tosca” di Puccini, con Renata Scotto e Renato Bruson, diretti dal maestro James Levine; e, prima ancora, nel 1980, aveva cantato con la voce di basso in un Concerto di Beneficenza, con Luciano Pavarotti e Zubin Mehta alla direzione della New York Philharmonic.

Nel 1987 Perlman si unì alla Israel Philharmonic Orchestra per concerti a Varsavia, Budapest ed altre città dell’Est; nel 1990, è con la stessa orchestra per concerti a Mosca e Leningrado, in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Čajkovskj (1840-1893); poi, in Cina ed India.

Oltre alle numerose registrazioni di musica classica, Perlman ha anche suonato jazz (un album con il pianista jazz Oscar Peterson) e musica klezmer (musica e danze etniche israeliane).

Il 1993 è stato no degli anni più felici per la carriera artistica di Perlman. La prestigiosa collaborazione con il direttore d’orchestra John Williams nell'esecuzione della musica per il film “Schindler List” che ha ricevuto poi l’Academy Award. La colonna sonora ha avuto risonanza ed apprezzamenti in tutto il mondo.
Più recentemente, Perlman ha registrato musiche per il film “Memorie di una Geisha” (2005) con il violoncellista Yo-Yo Ma.

Egli suona su antichi straordinari violini: il ‘Soil Stradivarius’ del 1714, considerato uno dei più preziosi violini costruiti durante il periodo d’oro degli Stradivari, e il ‘Sauret Guarneri del Gesù’ del 1743. Ha suonato anche un
“General Kyd Stradivarius” del 1714 ed un “ex-Kreisler Bergonzi” del 1740.

Nell’ultimo decennio Itzhak Perlman ha iniziato a dirigere come ospite conduttore principale alla Detroit Symphony Orchestra. E’ stato consigliere musicale della Saint Louis Symphony Orchestra dal 2002 al 2004. Nel novembre del 2007, la Westchester Philharmonic lo ha nominato direttore artistico e Primo Direttore . Il suo primo concerto in questo ruolo l’11 ottobre 2008, con l’inizio di un programma All-Beethoven: pianista Leon Fleisher, in cui venne eseguito la Nona Sinfonia (“Concerto per l’Imperatore”).

Ha partecipato con il direttore John Williams alla cerimonia di insediamento del presidente americano Barak Obama (2009), in compagnia del violoncellista Yo-Yo Ma, di Gabriella Montero al piano e Anthony Mc Gill al clarinetto.

Perlman risiede a New York con sua moglie Toby, anch’essa esperta violinista. I coniugi hanno cinque figli.

Onorato con la “Medal of Liberty”, nel 1986, dal presidente americano Reagan, e nel 2000 con il "National Medal of Arts" dal presidente Clinton.
Nel 2003 ha ricevuto il “Kennedy Center Honors”. Nel 2007 è chiamato a suonare alla Casa Bianca in una cerimonia alla presenza della
Regina Elisabetta II d’Inghilterra.
Numerosi i premi “Grammy Award” nei diversi anni, come solista e con orchestre.

Le sue performances e le incisioni abbracciano tutto l’arco storico delle composizioni per violino (da Arcangelo Corelli a Giuseppe Tartini, Niccolò Paganini, Antonin Dvorak, Fritz Kreisler, Pablo de Sarasate, Igor Stravinskij, Henryk Wieniawski); e musiche di Manuel De Falla, Sergei Rachmaninov, Pyotr Tchaikovsky, Wolfgang A. Mozart, Isaac Albeniz, Maurice Ravel, Manuel Mendelsshn-Bartholdy, Alban Berg e molti altri compositori contemporanei.

Conosciuto per la sua brillante tecnica, l’interpretazione diretta e la grande precisione, Perlman è stato, ed è, un estimatore di grande affetto per il suo celebre predecessore, il violinista e compositore austriaco Fritz Kreisler (1875-1962).



1 - Itzhak Perlman nel doppio CD “Encores” della EMI classics.







Così è dimostrato nel doppio CD “Encores”, della etichetta ‘EMI classics’. Perlman è accompagnato al pianoforte da Samuel Sanders, ed assieme, i due musicisti percorrono una gran carrellata di pagine delle suonate per violino: Corelli, Tartini, Mozart, Paganini, Penderewski, Tchaikovsky, Dvorak, Albeniz, De Falla, Rachmaninov e molte suonate per violino del viennese Fritz Kreisler, a cui Perlman ha guardato sempre con grande predilezione e prossimità spirituale facendone, con le sue letture ed interpretazioni, un ritratto musicale ricco e vario.
Registrazioni di omaggio alla vita artistica di tanti maestri e alla lunga tradizione dei violinisti-compositori, iniziata da Arcangelo Corelli (1653-1713).

Dal CD “Encores” si possono ascoltare del compositore austriaco Fritz Kreisler:
“Romance op.4”,”La Chasse”, ”Preghiera”, “Liebeslied”, “Liebesfreud”, “La Précieuse”, “Aubade provençale”, “Menuet”, “Scherzo”, “Hungarian Dance”, “Allegretto”, “La Gitana”,”Chanson Luis XIII and Pavane”, “Rondino su un tema di Beethoven”, “Variazioni su un tema di Corelli” ed un “Prelude and Allegro”.


Fritz Kreisler






Fritz Kreisler, divenuto leggendario subito dopo il suo debutto, ed una carriera senza pari, aveva studiato a Vienna e a Parigi intraprendendo subito dopo la carriera concertistica, soggiornando a lungo negli Stati Uniti, a Berlino e a Parigi, stabilendosi infine a New York nel 1939. E’ stato nella vita una curiosa mescolanza di mito e semplicità. Cinquantenne, al culmine della sua gloria e della sua produttività si presentava modesto e affabile, di bell’aspetto. Ha avuto come vicino di casa
Artur Schnabel (pianista e compositore) e Sigmund Freud come amico di famiglia.
Fortemente stimolato intellettualmente da altri illustri artisti come Brahms, Wolf, Hugo von Hofmannsthal e Arthur Schnitzler, come la maggior parte dei bambini prodigio, Fritz Kreisler entrò al Conservatorio di Vienna all’età di sette anni (dove studiò la teoria con Anton Bruckner). Tre anni più tardi ottenne il diploma. Andò poi a Parigi dove fu allievo di Lambert Massart per il violino e di Leo Delibes per la teoria e la composizione.
Massart, il professore che aveva insegnato a Wieniawski e ad altri violinisti celebri, predisse che Kreisler li avrebbe superati tutti.
Dopo l’uscita dal Conservatorio, a 13 anni, intraprese la sua prima impegnativa e grande tournée internazionale negli Stati Uniti, dove più tardi si stabilì definitivamente.
Ebbe modo di tornare ancora in Europa, volendo ampliare la sua cultura generale. Abbandonò il violino e studiò le lingue antiche (greco e latino) e le lingue vive, la grande letteratura, l’arte a Parigi e Roma; si iscrive come studente di medicina all’Università di Vienna, seguendo i corsi per due anni prima di essere chiamato alle armi. Terminato questo periodo, riprende la sua carriera musicale e all’inizio del nuovo secolo si era già assicurato un posto nella storia della musica. Nelle sue composizioni e nelle sue esibizioni Kreisler fa tutto con molta efficacia. Meglio conosciuto per le sue numerose e seducenti miniature, egli ha scritto quartetti per archi intensi e penetranti, lieder sui poemi di Eichendorff e altri poeti, due operette (di cui una per Fred Astaire, alla sua prima new-yorkese) e due canzoni “per football” destinati all’Università del Wisconsin.
Kreisler fece pubblicare per la prima volta, nel 1905, una serie di “arrangiamenti” controversi, su pezzi di autori barocchi e classici poco conosciuti, come Cartier, Martini, Porpora e Dittersdorf. Fu solamente 30 anni più tardi che Kreisler ammise si trattasse di un falso – tutto essendo esclusivamente di sua produzione. Oggi molti di questi pezzi figurano nei repertori di vari strumentisti, tra cui Itzhak Perlman, strenuo e convinto, valido rianimatore delle musiche di Kreisler.

Nello stesso CD “Encores”, della EMI classics, Itzhak Perlman esegue musiche di Manuel de Falla con gli arrangiamenti effettuati da Pawel Kochanski, de Falla consenziente agli adattamenti delle “Siete Canciones populare españolas” composte tra il 1914 e il 1915.

Di Giuseppe Tartini, compositore violinista e teorico musicale istriano (1692-1770), di cui nel CD vengono suonate da Perlman “La Fuga” e “Il Trillo del diavolo”, sappiamo che è considerato un predecessore del grande Paganini. E’ stato insegnante e autore di trattati musicali sull’armonia e sugli abbellimenti musicali e di una amplissima opera strumentale di concerti e sonate per violino; aprì una scuola di violino a Padova che divenne presto famosissima in tutta l’Europa.


Il violinista Giuseppe Tartini e il suo busto marmoreo nella Cappella di Sant'Antonio di Padova, dove è sepolto (sotto).



2 - Itzhak Perlman nel CD “Violin Concertos” della Deutsche Grammophon.



Itzhak Perlman ed il direttore d'orchestra Seiji Ozawa



Altra registrazione, fatta da Perlman, di cui qui si vuol parlare, è il CD della Deutsche Grammophon “Violin Concertos” con la Rapsodia “Tzigane” di Maurice Ravel (1875-1937), per la direzione di Zubin Metha con la New York Philharmonic. In esso troviamo i toni vividi e malinconici della musica degli zingari girovaghi. E’ un amalgama singolare di vivacità spigliata, brio vorticoso e introversione, ma anche impregnata di lacrime e dolore cosmico.
Molti brani della composizione musicale hanno questi momenti contrastanti e trovano espressione nell’alternanza di tempi veloci e lenti. Anche Franz Listz tenne conto di questa impostazione drammaturgica dei diversi caratteri tematici quando compose le sue “Rapsodie ungheresi”. Maurice Ravel riprende questi spunti contrastanti nella sua rapsodia concertante “Tzigane” (1924), dove l’introduzione lenta, con un andamento divagante e istintivo, è affidata unicamente al violinista solista. E qui Itzhak Perlman si muove in un terreno assai congeniale.
Molti di questi momenti musicali contrastanti trovano espressione nell’alternanza dei tempi veloci e lenti. In questa registrazione Perlman dà ampia possibilità di approfondimento al suono dello strumento e allo scorrere della partitura musicale, con un estroso sovrapporsi di forti emozioni, finché i motivi agili, vivaci della seconda parte apportano una svolta ‘risolutiva’ dalla raffinata gamma coloristica.

Nello stesso CD “Violin Concertos” vi sono registrazioni di musiche per violino di Igor Stravinsky (1882-1971) (“Concerto in Re per violino e orchestra”) e di Alban Berg (1885-1935) (“Violin Concerto – To the memory of an angel”) con la Boston Symphony Orchestra diretta da Seiji Ozawa.

In queste tre registrazioni per “Violin Concertos” della Deutsche Grammophon, Itzhak Perlman mette le sue eccezionali doti musicali e le capacità tecniche al servizio di illustri compositori del Novecento, anche se compositori non ancora molto noti e riconosciuti da un vasto pubblico, come Alban Berg. Ciò rivela l’interesse, l’impegno alla ricerca e la volontà senza ostacoli di voler provare partiture “scomode” e difficili, affinché anche l’ascoltatore meno preparato possa farsi un’idea dei “nuovi” suoni e delle intenzioni dell’autore.
Con l’orchestra della Boston sotto la direzione di Ozawa, nella pienezza e nella incisività del suono, appare la vibrante attualità musicale del gioco stravinskiano, con scioltezza e duttilità anche del violinista solista, nel conferire anche a strutture aspre d’accordo una certa piacevolezza.


Itzhak Perlman




Il “Concerto per violino” di Igor Stravinski fu eseguito per la prima volta a Berlino nel 1931, sotto la direzione dello stesso compositore. La parte solistica fu affidata, allora, a Samuel Dushkin, il virtuoso violinista al quale Stravinski aveva dedicato il “Concerto”, violinista a sua volta autore di numerose e brillanti trascrizioni per violino. Notazione curiosa in questo Concerto di Strarvinski è la simpatia concertante, quasi alla maniera della musica da camera, tra il violino solista e l’altro violino dell’orchestra o gruppi di orchestrali, richiamando ascendenze con il “Concerto in Re min. per due violini” di Johann Sebastian Bach.

Nel “Concerto per violino – Alla morte di un angelo” di Alban Berg, composto nel 1935 per un evento terribile e doloroso (la morte per poliomielite della giovane 18enne figlia degli amici Walter Gropius e Alma Malher, alla quale Berg era particolarmente affezionato), vi sono spunti significativi che riecheggiano le musiche corali bachiane d’ispirazione funebre, sebbene Berg riesca a dare una veste sublimata e strutturalmente autonoma alla struggente composizione. Qui Perlman ha particolarmente sentito la necessità e l’esigenza di una solidarietà musicale e umana, con l’autore e la fanciulla, per essere stato colpito egli stesso dallo stesso male. Intenso risulta egli nel partecipare musicalmente ed accentuare con bravura i passaggi del Concerto.



3 – Itzhak Perlman nel CD “Virtuoso Violin” della EMI classics.






Ancora musica spagnola per Itzhak Perlman in questo CD in cui troviamo la “Carmen Fantasy, Op.25” sotto la direzione di Lawrence Foster e la Royal Philharmonic Orchestra e molte altre pezzi di Pablo de Sarasate (1844-1908): la “Zigeunerweisen, Op.20 – Feste Tzigane, Op.20”, la “Romanza Andaluza, Op. 22”, “Zapateado, Op. 23”, altri arrangiamenti di Francescatti, sempre da Pablo de Sarasate, quali “Habanera, Op. 21 n.2",Playera, Op. 23”, “Spanish Dance, Op. 26 n.8”, “Malaguena, Op. 21 n.1", “Caprice basque, Op. 24”.
Inoltre, nel CD, vi sono 6 pezzi di Manuel de Falla dalla “Suite populaire espagnole” (del 1914), con gli arrangiamenti fatti nel passato dal violinista Paul Kochanski (1899-1934); ed ancora, “Spanish Dance” di Enrique Granados (arrangiamenti di F. Kreisler) e la “Danza da la Gitana” di Ernesto Halffter (arrangiamenti del famoso violinista Heifetz). La quasi totalità di tutte le musiche del CD registrate con il pianista Samuel Sanders.

Nella “Carmen Fantasy, Op.25” il grande violinista Pablo de Sarasate, riprendendo il tema della “Carmen” di Bizet ne fa un abbagliante pezzo di virtuosismo. Dopo una introduzione larga, ascoltiamo l’habanera dal 1° atto dell’opera; quindi, una “seguidilla” e altre danze gitane. Itzhak Perlman ci conduce per mano sulle corde del violino dandoci una lettura musicale corposa e particolarmente romantico-passionale, con timbri di sottolineatura riportati per una analisi strutturale dell’opera.




Il pianista Isaac Albeniz

Il violinista Pablo de Sarasate

Il compositore Manuel de Falla, il maggior rappresentante della musica spagnola.

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